Bruzi (Bruttii) Popolazione italica che durante il 4° sec. a.C. si stabilì nel territorio dell’attuale Calabria, cui diede il nome ( Bruzio). Combatterono contro Alessandro d’Epiro e contro Agatocle di Siracusa. Formarono una confederazione di città (Consentia, Aufugum, Bergae, Besidiae, Ocriculum e altre minori), che nel 3° sec. a.C. raggiunsero grande potenza. Già battuti dai Romani al tempo della guerra di Pirro, la loro fine fu segnata dalla sconfitta di Annibale con cui si erano alleati; nel loro territorio furono fondate colonie romane (Tempsa e Crotone) e latine.
Nel corso dell'età del Ferro, gruppi di genti di stirpe indoeuropea penetrarono in diverse ondate in Italia, distribuendosi lungo l'arco delle dorsali appenniniche centro-meridionali. Tali popoli, collettivamente, sono conosciuti con il nome di Italici. Tra di essi distinguiamo le popolazioni dei Sanniti, degli Oschi, dei Lucani, tutti caratterizzati da una lingua comune, l'Osco, e degli Apuli.
La tradizione letteraria concorda nell'identificare i Bruzi inizialmente come pastori e servi dei Lucani, molti dei quali a carattere nomade, con alte concentrazioni prevalentemente nella parte settentrionale di quella che sarà la Regio III augustea. Infatti tali li definisce Strabone, e altrettanto Diodoro Siculo e Pompeo Trogo: quest'ultimo autore, inoltre, conferma la loro discendenza dai Lucani e la vittoriosa rivolta contro quest'ultimi intorno al 356 a.C., negli anni della lotta che vedevano Dione di Siracusa opporsi a Dionisio II. Sono proprio i Lucani dunque a dare il nome a questo popolo, infatti i Lucani chiamavano "Bretti" i ribelli. Nel frattempo, da popolo ormai libero, le tribù dei Bruzi si coalizzarono in una lega, ed eressero a loro capitale una città, non è dato di sapere se fondata ex novo o preesistente, e che chiamarono Consentia, nome che suggellava proprio il "consenso" delle varie tribù.
Proprio per queste origini, il popolo bruzio viene descritto come un popolo di guerrieri, rude e bellicoso. La storia ce li tramanda come un popolo che ha fatto della sua potenza bellica e della voglia di indipendenza e libertà la sua grandezza, ma anche la sua rovina.
Una volta consolidatisi in una grande lega, venne il momento di cercare un posto strategico su cui erigere la propria capitale. Essa venne indicata sul colle Pancrazio, che dominava una grande vallata, ed era separata da essa da due fiumi che si univano proprio alla base del colle, e che lo rendeva un posto fortificato naturalmente. Il colle era però occupato da 600 mercenari africani al soldo di Dionisio, alleato dei Lucani. La cosiddetta "Battaglia della Rocca Bretica" vide i Bretti, guidati da una donna, conquistare il colle dopo un sanguinoso scontro e designando la definitiva resa dei Lucani. Venne sancita la pace, passata alla storia come la "Pace di Donna Brettia", in onore della condottiera dei Bruzi. Sul colle, dunque, venne eretta Consentia, che prende il nome dal "consenso" dato da tutte le tribù bruzie e gli stessi Lucani che aderirono alla Confederatio Bruttiorum. In essa coniarono le proprie monete ed iniziò un fiorente periodo per questo popolo.
Da quel momento, finita la fase nomade di questo popolo, in meno di un secolo, i Bretti si costituirono in numerosi piccoli villaggi distanti pochi chilometri l'uno dall'altro, intervallati da roccaforti chiamate oppida, nuclei urbani fortificati, nelle quali si riunivano le classi sociali più elevate (guerrieri, magistrati e, si pensa, sacerdoti) per prendere decisioni per la gestione e la difesa dei villaggi limitrofi. Venne battuta moneta, e il tessuto sociale iniziò a prendere forma con il consolidamento delle classi sociali. La più importante era quella dei guerrieri. Iniziarono le mire espansionistiche, ed i Bruzi riuscirono ad ottenere importanti successi sia a sud che a nord del loro territorio fino ad impattare ad oriente e ad occidente con le polis della Magna Grecia che verranno anche esse a più riprese piegate dalla furia bretica. Era nata la "CONFEDERATIO BRVTTIORVM", il culmine dell'espansione, della cultura e dell'economia dei Bretti. Essa si può identificare nell'attuale intera provincia di Cosenza, escludendone la parte più settentrionale, quella compresa tra il Pollino e l'istmo tra la foce del Crati e quella del Laos, corrispondente, secondo Strabone alla parte meridionale della Lucania storica, ed arrivando ad estendersi, con le successive conquiste i territori interni della dorsale appenninica dalla Sila fino a raggiungere l'Aspromonte.