Flavio Odoacre (Flavius Odovacer; 433 – Ravenna, 15 marzo 493) fu un generale di etnia germanica che nel 476 divenne re degli Eruli e patrizio dei Romani (titolo conferitogli dal Senato). Il suo regno viene solitamente usato dagli storici per segnare il termine dell'Impero romano d'Occidente. Nonostante egli esercitasse de facto il suo potere sull'Italia, Odoacre si presentò prima come cliente del legittimo imperatore d'Occidente Giulio Nepote e poi, dopo la morte di questi nel 480, come rappresentante dell'Impero bizantino. Odoacre viene indicato come re (Latino rex) in numerosi documenti ed egli stesso utilizzò questo titolo almeno una volta, mentre in un'altra occasione venne così indicato dal console Basilio. Odoacre introdusse alcuni importanti cambiamenti nel sistema amministrativo dell'Italia; ebbe il supporto del senato romano e fu in grado di distribuire terre fra i suoi seguaci senza incontrare molta opposizione. Eccezion fatta per isolati atti di violenza nel 477-478 da parte di alcuni suoi soldati insoddisfatti, il regno di Odoacre fu relativamente tranquillo e pacifico sul fronte interno. Pur professando fede ariana, egli non interferì quasi mai negli affari della Chiesa cattolica di Roma.
Di probabile discendenza scira, Odoacre era un comandante militare stanziato in Italia che guidò la rivolta di Eruli, Rugi e Sciri che il 4 settembre 476 portò alle deposizione dell'imperatore Romolo Augusto. Nel 480 Odoacre invase la Dalmazia e nel giro di due anni conquistò l'intera regione. Quando Illo, generale ribelle dell'Impero d'Oriente, chiese l'aiuto di Odoacre nella sua lotta per deporre Zenone, Odoacre invase le province occidentali bizantine. L'imperatore d'Oriente rispose incitando i Rugi, stanziati in un'area corrispondente alla moderna Austria, ad invadere la penisola italiana. Nell'inverno 487-488 Odoacre attraversò il Danubio e sconfisse i Rugi nel loro stesso territorio. Nel 488 il re ostrogoto Teodorico fu incaricato da Zenone di invadere l'Italia e deporre Odoacre. Gli Ostrogoti invasero la penisola nel 489 ed entro un anno posero sotto il loro controllo gran parte dell'Italia, costringendo Odoacre ad asserragliarsi nella capitale Ravenna. La città, dopo un lungo assedio, si arrese il 5 marzo 493; Teodorico invitò Odoacre ad un banchetto per sancire la pace fra i due sovrani, ma lo uccise nel corso dello stesso.
Odoacre è il primo dominatore d'Italia di cui sia sopravvissuto fino ai giorni nostri il documento autografo di un suo atto di governo: trattasi di un atto ufficiale col quale Odoacre concedeva al proprio comes domesticorum romano Pierius alcune proprietà in Sicilia e nell'isola di Meleda.
Se si eccettua il fatto che non fosse considerato "romano", sappiamo relativamente poco sulle origini e la figura di Odoacre. Gli Annales Valesiani e Giovanni di Antiochia sostengono che il padre si chiamasse Edicone, da molti identificato con il principe sciro di nome Edicone annoverato da Prisco di Panion fra i generali di Attila, re degli Unni. L'ipotesi che Odoacre appartenesse a una famiglia principesca contrasta tuttavia con la povertà materiale di Odoacre in gioventù, testimoniata da Eugippio, il biografo di San Severino contemporaneo di entrambi. Il giovane Odoacre è stato infatti descritto da Eugippio come un adolescente di alta statura che, coperto di misere pelli, si sarebbe recato dal santo eremita il quale lo avrebbe benedetto e invitato a recarsi in Italia. Lì in futuro sarebbe assurto a un potere tale da permettergli di concedere doni preziosi a molti.
Non è nota con certezza neanche la nazione di origine di Odoacre. La maggior parte degli storici lo ritiene sciro, a causa della probabile discendenza da Edicone; Procopio di Cesarea ed Eugippio lo dicevano «natione Rugus», nonostante la feroce lotta condotta da Odoacre contro i Rugi; altri lo chiamavano turcilingio, erulo o unno, mentre Teofane lo diceva di stirpe gotica, ma probabilmente senza validi motivi.
Gli storici Reynolds e Lopez esplorarono la possibilità che Odoacre non fosse di origine germanica in un articolo pubblicato dalla rivista American Historical Review nel 1946. Attraverso alcune solide argomentazioni, i due suggerirono che le sue origini fossero da ricercare altrove. Una delle basi della loro teoria era legata al nome "Odoacre", per il quale non è stata ancora trovata una convincente etimologia nelle lingue germaniche. Fu suggerita anche una possibile origine turca, ad esempio dal termine "Ot-toghar" ("nato dal fuoco" o "nato dal pascolo"), o la forma ridotta "Ot-ghar" ("pastore"). "Se Ratchis poté diventare Radagaisus, perché Ot-toghar o Ot-ghar non può essere divenuto Odoacre o Odovacer?". Altre fonti suggeriscono che il nome Odoacre derivi dal germanico "Audawakrs", ossia "guardiano del benessere" o "guardiano della ricchezza".
Alla metà del XX secolo l'origine unna di Odoacre era sostenuta da un certo numero di autorevoli ricercatori, nonostante il ragionevole dubbio espresso da altri, secondo cui l'analisi dei nomi personali non era una prova infallibile nell'indagine sull'appartenenza etnica di un personaggio storico. Successivamente, nel 1983, durante un'analisi delle fonti primarie, si evidenziarono i diversi e fastidiosi "silenzi" nelle testimonianze storiche a noi disponibili e si ritenne possibile che la madre fosse scira e il padre turingio, ma che di certo Odoacre non era di origine unna.
Al di là di queste ipotesi, attualmente la maggior parte dei ricercatori propende per un'origine germanica
Non sappiamo quando Odoacre iniziò il suo servizio nell'esercito romano. Nel 472, all'epoca della lotta finale fra l'imperatore Antemio e Ricimero, era già membro della guardia imperiale (domestici); più tardi (473/474) divenne comes domesticorum di Glicerio, l'imperatore eletto dal patricius burgundo Gundobado. Nel 474 la corte dell'impero romano d'oriente, al cui soglio era intanto asceso Zenone, scelse come imperatore d'occidente il magister militum della Dalmazia, Giulio Nepote. A questa nomina si ribellò il generale romano Flavio Oreste, il quale riuscì a prevalere su Giulio Nepote soprattutto grazie all'appoggio militare di Odoacre, capo di una milizia di mercenari eruli, sciri, rugi e turcilingi. Flavio Oreste non assunse tuttavia il potere imperiale, preferendo che il titolo di imperatore andasse al figlio tredicenne Romolo Augusto (ottobre 475) riservando a sé, col titolo di "patrizio", il potere effettivo.
Come capo delle tribù germaniche che costituivano le truppe imperiali, Odoacre aveva chiesto a Oreste, quale compenso del servizio, un terzo delle terre in Italia a titolo di hospitalitas. Il rifiuto di Oreste scatenò la reazione delle truppe mercenarie, che si rivolsero ad Odoacre come loro guida. Oreste fu ucciso a Piacenza e suo fratello Paulus fuori da Ravenna. I foederati germanici acclamarono quindi Odoacre come «rex Italiae» o «rex gentium». Nel 476 Odoacre avanzò su Ravenna e prese la città, costringendo il giovane Romolo Augusto ad abdicare (4 settembre). Secondo gli Annali Valesiani Odoacre, colpito dalla bellezza e dalla giovane età del deposto imperatore, non solo gli risparmiò la vita, ma gli riconobbe anche una pensione di 6.000 solidi e lo mandò in Campania a vivere con i suoi parenti.
Invece di nominare a sua volta un imperatore fantoccio, come avevano fatto prima di lui i generali germanici Ricimero e Gundobado, Odoacre decise di inviare le insegne imperiali (cioè diadema, scettro, toga ricamata in oro, spada e paludamentum porpora) all'imperatore d'Oriente Zenone, chiedendo per sé il solo titolo di patrizio, che tuttavia Zenone non concesse mai ufficialmente. L'impero romano d'occidente "cadde" quindi per un colpo di Stato militare di mercenari germanici; questa caduta, che per i moderni costituisce lo spartiacque fra la storia antica e quella medievale, non sembra abbia suscitato eccessivo interesse negli storici dell'epoca, probabilmente perché, essendo ancora in vita nel 476 Giulio Nepote, ufficialmente il legittimo imperatore d'occidente (morirà nel 480), la portata dell'evento venne sottostimata.