I Caudini erano una delle quattro tribù che costituivano il popolo dei Sanniti e che facevano parte della confederazione che andava sotto il nome di Lega sannitica. Fu la tribù che maggiormente risentì dell'influenza ellenica.

Si trovavano ai confini della pianura campana (Monte Taburno e Monti Trebulani) nella valle dell'Isclero e lungo il fiume Volturno. I loro centri principali erano Caudium, Saticula e Telesia, ma città caudine erano anche quelle situate ad ovest del Volturno: Caiatia, Cubulteria e Trebula Balliensis.

Gli abitanti di Caudio sono ricordati da Velleio Patercolo e da Plinio. Livio li denomina Caudini Samnites e il loro territorio Caudinus Samnis: costituivano dunque un cantone sannitico sul confine della Campania, addossato ad un versante del'Taburno e bagnato dal Sabato e dal Calore, prossimi a confluire nel Volturno, con le città di Caudio (oggi Montesarchio), Benevento e Telese; non se ne conosce l'estensione.

La lega caudina fu disciolta dai Romani dopo la guerra di Pirro; il suo territorio fu in parte incorporato nello stato romano; nella parte rimanente le singole città, come Caudio, furono obbligate a stringer leghe separate con Roma.

Da ricordare la battaglia delle Forche Caudine che fu un importante avvenimento della seconda guerra sannitica, in cui i Sanniti di Gaio Ponzio Telesino sconfissero i Romani, imponendo loro poi l'umiliazione di passare sotto i gioghi. La società romana ne fu tanto scossa da ricordarlo per secoli come marchio negativo per la Repubblica associandolo alla disfatta dell'Allia e poi alla battaglia di Canne. Secondo la versione che ne dà Tito Livio, si trattò di una resa, non di un vero scontro: i due eserciti non scesero alle armi perché i Romani si accorsero subito di non avere speranza di vittoria.