La Calabria è universalmente riconosciuta come il cuore della Magna Grecia, identificando con questa espressione quella importantissima fase di colonizzazione greca del Meridione d’Italia iniziata nel VIII secolo a.C. Le città greche, perlopiù in maniera indipendente l’una dalle altre, cercavano in quel periodo nuove terre da occupare, sia per sfuggire alle tante frizioni politiche interne che per migliorare le proprie attività economiche basate sulle produzioni agricole e sui commerci. Il Sud Italia e la Calabria in particolare risultarono ideali per questi scopi grazie al clima mite, all’abbondanza d’acqua ed alla conformazione peninsulare del territorio che permetteva agevoli spostamenti via mare.
I Greci non furono certo i primi a colonizzare la Calabria, ma le loro colonie erano completamente diverse da quelle precedenti: i Greci non creavano anonimi depositi di merci, lasciandovi qualche soldato di guardia, ma si stabilivano nelle nuove terre, dando vita a centri urbani secondo il loro uso e che non si erano mai conosciuti prima in Italia. Le colonie greche conobbero uno sviluppo così rapido che non solo eguagliarono, ma addirittura superarono la Madrepatria per cultura e ricchezza, guadagnandosi appunto l’appellativo di “Magna Grecia”.
Tra il 740 ed il 690 a.C. vennero fondate Rhegion (Reggio Calabria) dai Calcidesi, Sybaris (Sibari) e Kroton (Crotone) dagli achei ed infine Lokroi Epizephyroi (Locri) da coloni provenienti dall’antica regione greca detta Locride. La collocazione di queste città fu indicata, secondo la tradizione, dall’Oracolo di Delfi, mediante il quale il Dio Apollo veniva interrogato dai capi delle spedizioni. In ogni caso, quale che sia la verità, non si può non notare un certo buon senso nello scegliere aree di insediamento piuttosto lontane le une dalle altre. Le città greche della Madrepatria, infatti, avevano ampiamente dimostrato che due “poleis” a stretto contatto tra loro finivano sempre col farsi la guerra.
E ciò troverà conferma anche in Calabria, dove Crotone attaccherà Sibari distruggendola: nel frattempo, però, il livello di civiltà raggiunto da queste città non aveva pari nella storia. Le tre città ioniche, Sibari, Crotone e Locri, vollero consolidare la propria presenza espandendosi verso l’interno e sulla costa tirrenica e fondando delle sub-colonie. Rimanendo nei soli territori calabresi, i Sibariti fondarono Laos e Skydros (città di difficile identificazione, ma che si trovavano nell’odierna costa tirrenica cosentina), i crotoniati fondarono tra le altre Temese, Terina, Skylletion (oggi Roccelletta di Borgia) e probabilmente anche Kaulon (oggi Punta Stilo presso Monasterace Marina), mentre i locresi fondarono Hipponion (Vibo Valentia), Métauros (Gioia Tauro) e Medma (Rosarno).
I Reggini, invece, se non per una probabile collaborazione nella fondazione di Métauros, non ebbero una vocazione espansionistica: Rhegion, grazie alla sua strategica posizione sullo Stretto, potenziò enormemente i suoi commerci assumendo una leadership in questo campo che rimase per secoli ineguagliata.
Le “poleis” della Magna Grecia riprendevano l’organizzazione amministrativa della Madrepatria, dando vita così alle famose città-stato che portarono per la prima volta un regime democratico in Calabria: tali istituzioni erano difesa da un apparato militare di prim’ordine, basato soprattutto su una nutrita flotta di navi da guerra. Il mare era anche una perfetta via di comunicazione per gli scambi commerciali sia con la Madrepatria che con altre popolazioni mediterranee. Si commerciava di tutto, dagli alimenti (soprattutto cereali) alle materie prime (legno e marmi), dai prodotti artigianali alle opere d’arte (si pensi ai Bronzi di Riace, ad esempio).
La cultura fu probabilmente il fiore all’occhiello della Magna Grecia: ogni città aveva almeno una biblioteca e svariati centri per lo studio delle arti, della filosofia, dell’ingegneria e della medicina. Basti pensare a personaggi come Pitagora, Filippo di Medma (segretario particolare di Platone), Nosside (poetessa locrese) ed il medico Alcmeone, fondatore insieme ad Ippocrate della medicina moderna, che intuì per primo la funzione di comando sul corpo operata dal cervello.
Oltre alle scienze ed alle arti anche lo sport fu un campo di eccellenza per le città calabresi della Magna Grecia: ricordiamo ad esempio il pugilatore Milone da Crotone, che detiene tuttora il record di 5 ori olimpici in 5 edizioni diverse. Gli atleti crotoniati erano celebrati come divinità in Calabria e ve ne erano ampi motivi: tra tutte le edizioni dei Giochi Olimpici dell’Antichità, infatti, Kroton conquistò più medaglie di Atene e di tutte le altre grandi città greche e magno-greche, arrendendosi solo allo strapotere di Sparta.