Il nome Italia inizia ad essere usato nel sesto secolo avanti Cristo e si riferisce solo alla regione che oggi chiamiamo Calabria.
Nel quinto secolo a.C. lo storico Antioco di Siracusa scrive un saggio sull'Italia, che comprende già tutte le regioni meridionali, e fa derivare il suo nome da un leggendario Re Italo.
Nel terzo secolo avanti Cristo il nome Italia si è già esteso alle regioni del Centro e comprende così l'intera penisola, intesa nel senso geografico del termine.
Secondo alcuni autori Romani del secondo secolo avanti Cristo, il nome Italia comprende anche le regioni del nord. Le Alpi infatti sono le montagne più alte d'Europa e rendono l'Italia quasi un'isola rispetto al resto del continente.
Intorno al 90 a.C. gli Italici coniano la prima moneta della storia su cui figuri il nome ITALIA, iscritto nei caratteri romani che usiamo ancora oggi.
Nell'88 a.C. gli Italici ottengono la cittadinanza romana.
Nell'81 a.C. Silla attribuisce al nome Italia un significato politico ufficiale, che comprende le regioni peninsulari e la Liguria.
Nel 45 a.C. Giulio Cesare include nel territorio d'Italia le altre regioni del nord.
Nel 27 a.C. l'imperatore Cesare Ottaviano Augusto suddivide l'Italia in 11 regioni. Pochi anni dopo lo storico e geografo Strabone afferma: "tutti gli Italiani sono ormai Romani". Il resto dell'Impero Romano è suddiviso in province, che non hanno la cittadinanza romana. La Sicilia, la Sardegna e la Corsica per adesso rimangono ancora province esterne all'Italia. In quest'epoca Virgilio scrive l’Eneide, in cui celebra l’Italia e le origini di Roma. Sopra l’attuale Principato di Monaco i Romani costruiscono il Trofeo della Turbia, dove si legge l'iscrizione: "Huc usque Italia, abhinc Gallia" (“Fin qui l'Italia, da qui la Gallia”).
Nel 77 d.C. Plinio il Vecchio descrive l'Italia nel libro III della sua Naturalis Historia e afferma: "Questa è l'Italia sacra agli dei".
Nell'anno 292 dopo Cristo viene formata la "Diocesi Italiciana", che comprende anche la Sicilia, la Sardegna e la Corsica.
Nel quinto secolo d.C. l'Impero Romano collassa sotto le invasioni barbariche e si riduce alla sola Italia.
Nel 476 d.C. Odoacre pone fine all'Impero e si dichiara Re d'Italia: inizia il Medio Evo.
Nel 493 l'ostrogoto Teodorico destituisce Odoacre e diventa Re d'Italia al suo posto.
Tra il 535 e il 553 Giustiniano, Imperatore Bizantino, riconquista l'Italia e afferma: "Italia non provincia sed Domina provinciarum" ("L'Italia non è una provincia ma è la Signora delle province").
Nel 568 i Longobardi invadono gran parte dell'Italia, che così perde la sua unità territoriale e nei decenni successivi si ritrova spezzettata tra Bizantini (con capitale Ravenna) e Longobardi (con capitale Pavia). Rimangono possedimenti bizantini la Romagna, l'Istria, le Marche, la zona di Roma, gran parte del Sud, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica. Diventano Longobarde la maggior parte del nord (tranne la Romagna e l'Istria), la Toscana, il Ducato di Spoleto e il Ducato di Benevento (quest’ultimo comprende l'Abruzzo, la parte interna della Campania e la Lucania).
Nell'800 Carlo Magno costituisce il Sacro Romano Impero, che comprende il Regno d'Italia. L'Impero però inizia presto a perdere territori: tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo il Sacro Romano Impero comprende solo la Germania con poche aree limitrofe e con l'Italia centro-settentrionale. Per giunta diverse città italiane rivendicano la loro autonomia: nascono così i Liberi Comuni e le Repubbliche Marinare.
Nel 1176 la Lega Lombarda, formata da varie città del nord ed appoggiata dal Papa e dalla Sicilia, sconfigge temporaneamente l'imperatore Federico Barbarossa.
Intorno al 1220 l'Imperatore Federico II di Svevia, nipote del Barbarossa, diventa Re d'Italia e di Sicilia. Alla sua corte di Palermo nasce la "Scuola Siciliana", che costituisce la prima scuola poetica della letteratura italiana. I poeti siciliani non scrivono in latino, che ormai pochi capiscono, bensì in "lingua volgare", quella del popolo (anche se molto ripulita). Il risultato è una lingua simile all'italiano attuale, che verrà ripresa dai poeti dello Stil Novo, tra cui Dante Alighieri.
Dante Alighieri si propone di definire un "volgare illustre" comune a tutte le regioni d'Italia, e per far questo estrae il meglio dagli autori che avevano scritto in volgare fino ad allora. Nel "De Vulgari Eloquentia" egli descrive le 14 principali parlate regionali d’Italia ed evidenzia le caratteristiche comuni su cui deve fondarsi l'unico "volgare illustre". Nella "Divina Commedia" e in altri scritti Dante lascia in eredità un patrimonio vastissimo ed esemplare del "volgare illustre". Perciò il suo lavoro risulta completo sia da un punto di vista teorico che pratico e di fatto codifica la lingua italiana. In alcuni suoi scritti egli descrive anche la triste situazione in cui trova l’Italia nella sua epoca.
A partire dal 1300, il "volgare illustre" di Dante Alighieri, cioè la lingua italiana, si diffonde sempre più, e intorno al 1500 inizia a sostituire il latino come lingua ufficiale dei vari Stati Italiani.
Nel 1503 vi è la Disfida di Barletta: 13 cavalieri italiani sfidano 13 cavalieri francesi che avevano denigrato gli italiani. L'episodio è riportato da Guicciardini nella "Storia d'Italia" (1535-1539) ed è celebrato da Massimo D’Azeglio nel romanzo "Ettore Fieramosca da Capua" (1833) . La disfida si conclude con una schiacciante vittoria degli italiani.
L’arte italiana durante l'Umanesimo e il Rinascimento (e più in generale dal 1300 fin oltre il 1600) produce opere di bellezza ineguagliabile. Tra i colossi della pittura, della scultura e dell’architettura possiamo ricordare Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Palladio, Caravaggio, Bernini. Oggi l'Italia possiede il 60% del patrimonio artistico mondiale! Tutte le altre nazioni messe assieme (tra cui figurano nomi come Grecia, Egitto, India, Cina, Francia, Spagna...) posseggono il restante 40%. L’Italia è anche la nazione col maggior numero di luoghi dichiarati dall’UNESCO "Patrimonio dell'umanità", in totale 39, ma è seguita a ruota dalla Spagna, con 37. Tornando al Rinascimento, Leonardo fu anche matematico e ingegnere e dev’essere considerato il predecessore di Galileo Galilei, fondatore della scienza moderna. Tra i filosofi è inevitabile ricordare Giordano Bruno e Tommaso Campanella, la cui importanza risulta decisiva per la nascita della filosofia moderna. Il Rinascimento Italiano conta anche molti importanti matematici.
Nei primi decenni del 1600 inizia un certo declino per l'Italia, che era stata per 15 secoli il faro della civiltà europea. Altre nazioni invece progrediscono rapidamente verso alti livelli di civiltà e benessere (soprattutto Francia, Inghilterra, e Stati Germanici). Uno dei primi sintomi della decadenza si trova in una lettera che il filosofo Tommaso Campanella (Stilo, Calabria, 1568 - Parigi 1639) scrive nel 1592 al giovane Galileo Galilei (Pisa 1564 - Firenze 1642). Campanella commenta in questo modo il successo del modello astronomico del Polacco-Tedesco Copernico: "è gran vergogna che ci vincan le nazioni che noi avemo di selvagge fatte domestiche". Campanella sottolinea però che Copernico aveva studiato a Ferrara.
Nonostante la decadenza culturale e civile dell'Italia, nel diciassettesimo secolo la lingua italiana si afferma come la lingua standard della musica. Ancora oggi la maggior parte dei termini utilizzati dai musicisti di tutto il mondo sono in italiano (malgrado l'incalzare della lingua inglese nella musica moderna).
Alla fine del '700 si manifestano i primi segni del Risorgimento Italiano.
Nel 1797 a Reggio Emilia uno degli Stati satelliti creati in Italia da Napoleone, la Repubblica Cispadana, adotta la bandiera tricolore, che poi diventerà la bandiera d'Italia. Vengono considerati primi segni del Risorgimento Italiano anche la Repubblica Romana (1798) e la Repubblica Partenopea (1799).
Nel 1802 Napoleone si proclama Presidente d’Italia, e poi Re nel 1805. Ma il suo Regno d'Italia comprende solo il Nord e dura pochi anni.
Nel 1814 lo stesso Napoleone, prigioniero all'isola d'Elba, dichiarerà di voler riunificare l'Italia.
Nel 1814 Gioacchino Murat, Re di Napoli e cognato di Napoleone, nel "Proclama di Rimini” inneggia all'unificazione e all'indipendenza d'Italia, ma pochi mesi dopo, la Restaurazione ad opera del Congresso di Vienna riporta tutto come prima. Il ministro austriaco Metternich spegne le speranze dei patrioti italiani con un'affermazione che oggi viene spesso abbreviata in questi termini: "L'Italia è solo un'espressione geografica". In realtà l’affermazione originale di Metternich è più completa e meno drastica.
Nel 1848 i milanesi si ribellano ai dominatori Austriaci e riescono a scacciarli dalla città (Cinque giornate di Milano). Subito dopo il Piemonte intraprende la prima guerra di Indipendenza contro l'Austria per liberare tutto il Lombardo-Veneto, ma gli Austriaci hanno il sopravvento e riconquistano anche Milano. Questa guerra rimane comunque un caposaldo del Risorgimento, sia per il coinvolgimento del popolo lombardo, sia perché vi partecipano volontari di altre regioni italiane, tra cui spiccano Toscana e Campania.
Nella seconda guerra di Indipendenza, combattuta nel 1859 contro l'Austria e col sostegno della Francia di Napoleone III, il Piemonte conquista la Lombardia e annette altre regioni del Centro-Nord.
Nel 1860 la spedizione dei Mille, guidata da Garibaldi, conquista il Meridione d'Italia. Qualcuno oggi crede che i Mille fossero quasi tutti Settentrionali; in effetti vi erano moltissimi lombardi e veneti, ma erano rappresentate tutte le regioni d'Italia.
Nel 1861 a Torino viene proclamato il Regno d'Italia che però non comprende ancora Roma e le Venezie.
Nel 1866, con la Terza Guerra d'Indipendenza, l'Italia conquista il Veneto (senza Trento e Trieste).
Nel 1870 conquista Roma, che diventa Capitale d’Italia.
Nei decenni successivi gli "irredenti" di Trento e Trieste, città rimaste sotto il dominio austriaco, aspirano al congiungimento con l'Italia. Questo porterà l'Italia ad entrare nella Prima Guerra Mondiale (1915) e a conquistare questi territori.
Prima guerra mondiale: la data della vittoria è il 4 Novembre 1918. Oltre a Trieste e al Trentino, l'Italia ottiene il Carso e l'Istria, dove vivono delle minoranze Slave, e il cosiddetto Alto Adige, che in realtà è una provincia austriaca a tutti gli effetti, chiamata Sud-Tirolo: si tratta dell’attuale provincia di Bolzano.
In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, nel 1945 l'Italia subisce dei tagli territoriali, molto piccoli ad Ovest, a favore della Francia (Briga, Tenda e piccolissime altre zone), ma notevoli ad Est, a favore della Jugoslavia (Carso, Istria, Dalmazia).